Intervista ad Annibale Gagliani

Editore : Les Flaneurs Edizioni 

Lingua : Italiano

Copertina Flessibile : 110 pagine

Posizione nella classifica dei Bestseller di Amazon : n.183,968 in Libri

n.18,180 in Narrativa Contemporanea

n.19,293 in Narrativa Letteraria

n.24,502 in Famiglia, salute, benessere 

Buongiorno lettori, come ho già detto svariate volte, fra i miei obiettivi c’è quello di proporre sempre nuovi contenuti interessanti. Fra i meritevoli di Ottobre 2020 abbiamo “Lettere a una figlia nel grembo”.

-Buongiorno Annibale, donaci un breve presentazione su di te.

Ho ventotto anni, vengo dal Salento, sono padre di una bambina di un anno e mezzo e un’altra è in arrivo, insegno lettere e italiano per stranieri nella scuola pubblica, sono un giornalista pubblicista da quattro anni, scrivo libri di diverso genere (saggi, narrativa e poesia) e lavoro anche per il cinema.


-Quali sono i tuoi studi?

Sono laureato in Lettere Moderne all’Università del Salento e ho intrapreso un master in insegnamento della lingua e della cultura italiana per gli stranieri all’Università Tor Vergata di Roma.


-Quali le tue passioni?

Amo tanto viaggiare, conoscere e vivere posti nuovi. Amo le serie TV crime, la letteratura esistenzialista e gialla. Mi piace molto il calcio, la musica rock (su tutti i Pink Floyd) e il cantautorato italiano. Un’altra mia passione sono i vini italiani.


-Quali le cose che eviti come la peste?

Evito le persone opportuniste, che non conoscono l’importanza di un confronto leale e che venderebbero la loro madre per un risultato personale.

-Un libro che per te è stato fondamentale.

Domanda davvero difficile. Ce n’è più di uno. Te ne cito cinque: L’uomo in rivolta di Albert Camus, Scritti corsari di Pier Paolo Pasolini, L’Affaire Moro di Leonardo Sciascia, Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes e Il libro dell’inquietudine di Fernando Pessoa.

-Da dove trai ispirazione?

Dal mondo reale: dalla gente che incontro, dal confronto con l’altro e dalle mie esperienze, soprattutto quelle negative che mi hanno segnato. 

-Un tuo segreto che puoi condividere. 

Circondo le pareti della mia casa di scritte motivazionali tratte da libri o da proverbi popolari e di foto dei miei modelli intellettuali.

-Di cosa non puoi fare a meno quando scrivi.

Della musica che amo, di un sigaro e di fare lunghe passeggiate in campagna per riflettere.

-Perché hai scelto di scrivere sul tema della gravidanza ?

Per cercare di essere di aiuto ai padri del ventunesimo secolo e per dare vita a un dibattito sullo stato della famiglia oggi.

-Perché hai scelto questa copertina? 

Si tratta di una grafica di un’artista salentina, “Troppa seta” su Instagram. L’albero rappresenta la famiglia, che difende i propri componenti dagli avvoltoi. Nelle viscere della terra, a contatto con le radici, vi è il frutto dell’amore tra padre e madre, il feto, rappresentato da un petalo in un vortice circolare che ricorda il grembo materno.

-Consigli a tutti questo libro?

Lo consiglio in primis ai genitori di ieri e di oggi e naturalmente ai genitori di domani.

-Vuoi raggiungere la parte più profonda di noi o scalfirne l’interno facendoci commuovere? Tramite quali emozioni?

Le emozioni incontrollabili vissute sulla mia pelle, che sono poi le stesse vissute da chi assiste al miracolo della vita: la paura, che cela un senso di inadeguatezza, e l’euforia, per l’aver generato un’opera in carne e ossa che più la guardi e più sembra irreale. Un bel mix in cui perdersi. 

-Quale chiave di lettura ci consegni per questo tuo libro?

La chiave di lettura che intendo consegnare è riflettere sul futuro della famiglia oggi: in un’epoca nella quale i diritti spesso soppiantano i doveri e in cui i valori del passato vanno disperdendosi, come si può essere genitori equilibrati senza fare del male ai propri figli?

-Estratto del libro con foto

Quando sarai sotto la neve

ricorda,

le mie braccia sono la tua casa.

Quando correrai nel buio

sappi,

i miei occhi saranno i tuoi.

Mentre il sole scioglie le paure

rideremo degli dèi,

seppur nuvole aride impediranno

la purezza della pioggia.

Rotoliamo sul prato:

i corvi diventano colombe

le spine cantano da gelsomini

il petrolio si veste a vino

per chi ci vuole bene.

Quando d’estate la sabbia t’inghiotte

fischietta Mozart o Chopin.

Quando sarà inverno

ricorda,

le tue braccia sono le mie radici.




-Lasciaci un saluto epistolare!
Cari lettori,
non abbiate paura di dialogare con le vostre debolezze e i vostri difetti. Riconoscere il peggio di sé e in qualche modo apprezzarlo con onestà, è il primo passo verso il superamento dei propri limiti. 

Commenti

Post più popolari

Intervista a Edoardo Francesco Taurino

Intervista a Marco Dell'Amura

Intervista ad Emiliano Forino Procacci