Intervista a Loredana Pasini

Titolo : Madame Ophèlie e i dodici anemoni 

Editore : Liberodiscrivere edizioni 

Lingua : Italiano

Copertina flessibile : 240 pagine

Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 156,168 in Libri

n. 7,457 in Mistero

Buongiorno Loredana. Potresti parlarci di te?

Buongiorno cara Edmea, buongiorno a tutti. Singolarissimo nome, i miei complimenti. Che dire, sono semplicemente Loredana. Mamma di Melinda, una splendida bambina di dieci anni. Oltre a questo instancabile ruolo, sono una fashion designer, progetto e realizzo la linea di pezzi unici del mio marchio Ophèlie e confeziono abiti esclusivi su misura nel mio studio di Sondrio, Tessuto e poesia. Dopo anni di lavoro nel campo della moda, ho compreso che gli abiti non era sufficienti a spiegare il mondo sommerso del lavoro dello stilista. Così ho unito tre mie grandi passioni; la moda, l’arte ed il romanzo giallo e ho creato l’enigmatica Madame Ophèlie.

Quale luogo è perfetto per scrivere?

Il mio piccolo studio. É un luogo alchemico, qui convivono tutte le mie passioni. In un generale ordinato caos qui trovi tessuti, fili, bottoni, abiti di ogni foggia, costumi di carnevale, altra mia grande passione, manichini, libri di moda, manuali, testi storici, pantoni, matite colorate, agende per appunti, fogli, cartoncini, etc. Insomma un piccolo bazar che stimola la mia creatività. Al centro un’elegante scrivania con il mio inseparabile portatile e i mie quaderni di appunti, le mie penne, le cuffie e rigorosamente la musica di Ludovico Einaudi nelle orecchie.

Esiste un luogo che ti ha ispirata?

I luoghi che mi hanno ispirato sono stati tanti, i piccoli borghi, le grandi cattedrali, i tramonti, i dipinti, i mercatini, tutto ciò che riesce a suscitarmi un’emozione. Non è mai un luogo solo, ogni cosa possiede una sua energia, dipende solo dalla mia predisposizione a coglierla. A volte anche una pietra con la sua luce può servire da spunto per ideare una nuova storia. Ad essere sinceri, però, c’è un luogo che mi ispira costantemente e che mi rafforza come nessuno mai, Parigi e tutto quello che la riguarda.

Ed una persona?

Beh, l’ispirazione per Madame Ophèlie l’ho avuta da una mia cara amica belga. Donna caparbia, di gran fascino, con cui ho condiviso esperienze straordinarie. Di lei, oltre il ciuffo rosso che ricade sulla tempia sinistra, Madame ha fatto suo il coraggio, la determinazione, la curiosità e la voglia instancabile di progettare, caratteristiche che la portano ad essere unica.

Chi è Madame Ophèlie? Parlaci un po' di lei.

Madame Ophèlie è, guarda caso, una fashion designer. Una donna colta, attenta ai suoi bisogni e a quelli delle persone che la circondano. Nata e cresciuta a Mont Saint Michel, da questa splendida località ha assorbito il carattere e le peculiarità. È una donna forte, che esattamente come questo luogo, si apre alla gente ma che, a volte, preferisce chiudersi in un suo isolamento, nel quale lavorare, creare, fantasticare, documentarsi, leggere. É attenta alle tradizioni e rispettosa del lavoro manuale e tutto ciò che comporta. Figura elegante, raffinata. Ruota intorno ad un mondo straordinario, apparentemente effimero ma con molta sostanza, quello della moda. Il romanzo comincia con lei che intraprende un viaggio, verso l’Italia, verso il secondo capitolo della sua vita, con lo scopo di riscoprire se stessa, dopo aver compiuto la scelta più difficile, separarsi dal marito Francois. Ed è qui che comincia la sua nuova avventura di detective, essendo esperta oltre che di moda, di arte. Le sue grandi capacità di deduzione e logica, la porteranno a scoprire dettagli importanti per risolvere degli intricati casi di omicidio. Gli ingredienti di questo romanzo giallo sono molti, morte, vita, moda, arte, cucina, per questo dai più è stato definito un giallorosanoir, un romanzo giallo per così dire non convenzionale, ma questo credo sia la sua forza.

Come ti è venuto in mente questo personaggio?

Era il 2009, ero in attesa di Melinda. Dedicandomi poco al lavoro perché non potevo fare viaggi lunghi, all’epoca vivevo a Grosseto e collaboravo con Milano e dovendo passare molto tempo a casa, ho cominciato a fantasticare per non annoiarmi, e così pensiero dopo pensiero, ricerca dopo ricerca, ho vinto la noia creando questo straordinario personaggio, che è l’unione di tante esperienze vissute. Ogni singolo dettaglio è un rimando a qualcosa o qualcuno che in qualche maniera ha fatto parte della mia crescita, di momenti della mia vita. Ho unito la mia passione per il romanzo giallo e la moda, ma non solo di questo si parla nel libro, altre sono le tematiche affrontate, tra cui l’arte, la cucina, la bella Italia. Il personaggio di Madame Ophèlie permetterà di riscoprire luoghi e di provare sensazioni nuove, dando lei stessa gli strumenti per poter compiere al meglio queste bellissimo viaggio nel suo magico mondo, il mondo di Madame Ophèlie.

Perché hai scelto la Toscana?

É la terra del papà di Melinda. É stata per lungo tempo, sedici anni, la mia seconda casa. Ho vissuto sei anni in Maremma e ho avuto modo di assimilarne il fascino, carpirne le tradizioni, la magia di certi luoghi, l’unione sottile tra terra e mare. É stata un’esperienza che mi ha cambiato nel profondo, così diversa dalla Lombardia e i suoi ritmi. Queste zone possiedono un’atmosfera tutta sua. I luoghi, le persone, i piccoli borghi, la cucina, l’arte. Non dimentichiamoci che la Toscana è stata la culla del Rinascimento.

Quali difficoltà hai affrontato nel lancio del tuo libro?

Il fattore tempo. É avvenuto tutto per caso, complice il lockdown di marzo. In questo stop forzato, ho deciso, per non sprecare momenti preziosi, di procedere alla correzione del mio romanzo giallo inedito terminato nel 2015, lasciato in un cassetto. Durante questo periodo ho conosciuto il mio editore che dopo aver letto il romanzo mi ha spinto alla pubblicazione. L’idea era di uscire a fine estate. Ci rimaneva poco tempo per poter lavorare al lancio del libro che è avvenuto il 26 di Settembre. La paura di una nuova chiusura era fondata e imminente. L’evento è stato abbinato alla presentazione di una mostra di abiti Ophèlie ispirati alla figura di Teresina Tua Quadrio, personaggio citato nel libro. Non dimentichiamoci che il mio marchio Ophèlie nasce nel 2015, dopo aver terminato il romanzo, ispirandosi al mondo di Madame. L’evento nell’evento ci ha fatto lavorare giorno e notte, con il costante dubbio di non finire in tempo, ma fortunatamente è andato tutto bene.

Che consiglio daresti a chi vuole scrivere un libro?

Mi piace portare questo esempio, se domani assumessi una ragazza come apprendista, poco tempo dopo, la gente la percepirebbe come sarta, anche se lei saprebbe passare a malapena i punti molli e avrebbe fatto qualche orlo. Invece questo non avviene nell’arte dello scrivere. Anche se concludi un romanzo, indipendente che possa essere scritto o meno alla perfezione, tu non verrai percepito come uno scrittore. Per i più, la sarta è la sarta, come se bastasse schiacciare il pedale della macchina da cucire per ottenere splendidi abiti. Ma questa regola non vale per gli scrittori, per avere credibilità ce ne vuole di tempo e pubblicazioni. Ecco il motivo per il quale non bisogna demordere. Il mondo dell’editoria e la percezione che di esso si ha, sono complessi, ma bisogna credere in se stessi, credere nei propri sogni e combattere fino alla fine. Anche se all’inizio è dura, per i più sarai solo un imbratta carte, non bisogna mollare. Mai. Ma questo vale in qualunque campo.

E che consiglio daresti a te stessa, quando hai iniziato a scrivere?

Credi in ciò che fai e fallo al meglio delle tue capacità. Dedica al tuo progetto anima e corpo, se fallisci rialzati e impara dal tuo fallimento. Non commettere gli stessi errori. É uno dei mantra della mia vita. Sono molto severa con me stessa. Pretendo molto, anche dalle persone a cui tengo, ma questo modo di ragionare mi ha sempre permesso di crescere, essere quello che sono, raggiungere nuovi traguardi.

Estratto e foto del tuo libro.

https://www.liberodiscrivere.it/biblio/scheda.asp?OpereID=165136

Percepì dei bisbigli provenire dall’oscurità. Immerso nel suo torpore, sollevò lentamente la testa dolente e cercò di mettere a fuoco l’immagine.
Con la coda dell’occhio Giovanni se ne accorse. Si girò di scatto e s’incamminò lentamente in direzione del letto del padre. Nella grande stanza riecheggiò il rumore stridulo dei suoi passi, accompagnato dal fruscio dello strascico cardinalizio. La sua imponente ombra oscurò per un attimo il viso tormentato di Lorenzo.
Strinse forte la mano del padre e la portò alle labbra in gesto di devozione e rispetto. Lo fissò negli occhi, in quegli occhi sempre più inerti.
Il corpo di Lorenzo era sofferente, madido di sudore. «Padre sono giunto a Voi con la speranza nel cuore».

Chiuse gli occhi in segno di risposta e accennò un breve sorriso. «Ho sete».

 



Per maggiori info•

https://www.madameophelie.it

Un saluto in stile Madame Ophélie

“Merci, au revoir chers amis!”

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