Intervista ad Alessandro Niccoli

Titolo : Nafis e i corridoi Colorati

Editore : Alessandro Niccoli; Bilingual edizione

Lingua : Italiano

Copertina flessibile : 386 pagine

Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 34,470 in Libri

n. 3 in Narrativa su emozioni e sentimenti per ragazzi

n. 37 in Narrativa sulle emozioni per bambini

n. 1,211 in Fantasy

4,8 su 5 stelle 48 recensioni

Buongiorno amici lettori, vi è mai capitato di incrociare qualcuno per strada e soffermarvi sul chiedervi cosa mai potesse nascondere quella persona? Vi siete mai chiesti quale mondo ci portiamo noi stessi dentro?

Se si, se vi sottoponete a questo tipo di riflessioni, il libro di Alessandro Niccoli fa al caso vostro.

-Buongiorno Alessandro, presentati per tutti i lettori!

Buongiorno, ho già computo molti anni… sono del 1968. Fate un po' voi. L’età è solo un numero (si dice di solito), però quel numero mi suona un pò strano; infatti mi sento ancora un ventenne … penso e mi comporto quasi come allora. Ho sempre cercato, forse inconsciamente, di trattenere l’energia, la fantasia, il pensare che il futuro sia infinito (questa è cosa quasi impossibile, ma in fondo è meglio così); l’esplosività del ventenne, allora andava spesso dispersa in scelte e strade erronee. Qual è la strada giusta? E’ la domanda delle domande. Più volte ho preso quella sbagliata, ma al momento giusto ho preso le strade che mi portavano molto lontano da tutto, tuttavia, quelle più luminose. Un po' come fa Nafis nella sua storia. La fantasia e l’immaginazione sono l’esplosività della giovinezza che a volte tuttavia portano con se passi falsi, ma se coadiuvate con la riflessione e l’ascolto delle piccole cose, poi una corretta (e anche etica) alimentazione e un buono stile di vita, un po' di allenamento nei boschi, mi hanno fatto percepire ogni anno le stesse caratteristiche fisiche e mentali di allora; ma adesso messe a regime, a frutto… in un creare ogni giorno qualcosa, un’esperienza, un viaggio… non in capo al mondo, ma ancora più lontano, con la mente, nell’infinito universo. Anzi le energie della natura e delle persone, oggi le sento con maggiore intensità. E’ questo che mi caratterizza…tenere vive le mie domande, le mie ricerche e la mia connessione con l’universo. Certo non posso più fare follie, come viaggi senza fine, o feste senza fine… ; ma questo è il patto per vivere al meglio le cose che più mi piacciono: la natura, le persone, l’umanità, e l’arte.

-Quali sono i tuoi studi?

Alle scuole superiori, di fatto i miei studi erano solo l’ascolto della natura e degli animali, che vivevo sempre intensamente tutti i giorni; la contemplazione della natura mi ha insegnato a vivere… posso dire che sia l’esperienza fondamentale. La natura ti insegna i pericoli e la sopravvivenza. Alle superiori non studiavo… a volte leggevo saggi di filosofia (raramente). Sono riuscito a diplomarmi dopo essere passato dal liceo a ragioneria, anni sabbatici senza fare nulla (per gli altri… ma in realtà respiravo e contemplavo la natura e la sua sinfonia…; ciò mi nutriva). Giravo per le mie colline tra Firenze, Pisa e Volterra, con la mia vespa e una macchina fotografica reflex a rullino nel bauletto per immortalare tutto. Andavo spesso a cavallo con un amico che ne aveva 2, per le colline… altro insegnamento che mi ha forgiato. Durante il servizio militare fatto a Firenze alla scuola di guerra aerea, dopo 8 mesi di feste in città tutte le sere… (quando mi separai dalla bella fidanzata), sono arrivato al punto di non divertirmi più, e di non addormentarmi più alla sera, e sono entrato in depressione (altra dura scuola di vita). A tal punto mille pensieri mi balenavano per la mente e ho cominciato a scrivere, e a leggere libri di psicologia, da Freud a Yung, poi testi filosofici, e di cultura zen orientale, abbinata alla corsa nei boschi (mi dicevo: men sana in corpore sano… e in 3 anni sono guarito, senza quello psicologo che male non mi avrebbe fatto). In sostanza sono stato autodidatta; in quegli anni ho viaggiato, anche in sud America, ove sono stato 3 volte; facevo lavoretti saltuari come la vendemmia o il corriere Firenze-Bologna, e contestualmente mi sono iscritto a giurisprudenza,  stante la mia passione per la tutela dei beni comuni e dei diritti delle persone, e oggi da 20 anni faccio l’avvocato… ma non ho più smesso di leggere (e viaggiare, solo con la mente, ma anche tra le colline e i boschi delle mie zone). Il mio lavoro pur dandomi delle belle soddisfazioni per i casi umani incontrati e risolti, per i risultati ottenuti in battaglie politiche per l’ambiente, ha contribuito ad affossare la mia creatività, fino a quando non ho ripreso in mano il teatro (altra esperienza fatta quando avevo 15 anni, invece di studiare); un sogno nel cassetto tirato fuori a 40 anni, e mi si è riaperto un mondo… è ripartito tutto. Lo scrivere è ritornato: scrivere è creare dall’ascolto, è imparare, è descrivere la nostra connessione con il tutto, svelare il lato oscuro della luna…e delle cose . Sono questi i miei costanti studi: ascoltare, leggere e scrivere.

-Una tua passione?

La mia passione e la mia maestra è rimasta la natura e gli animali, oltre all’arte. Da 10 anni sono vegetariano, ma spesso mangio vegano, e mi sento molto più vicino al mondo, ad esseri indifesi e senzienti e all’arte che la natura ci offre, sento molto più di prima l’empatia e l’energia che ogni forma vivente ha. Arte e la sinfonia della natura, quella che ispirano molti esseri umani sensibili, alcuni dei quali, artisti, filosofi e poeti, riescono a riprodurla egregiamente nelle loro opere.

-Una cosa che odi.

Poche cose, che forse si riassumono tutte in una: il consumismo, le cose di marca, i luoghi comuni e i pregiudizi, quelli che in psicologia si chiamano “precostituzioni mentali”: quindi l’incapacità umana di saper usare la mente, che avrebbe enormi potenzialità (come racconta Nafis).

-Sapresti indicarci 3 argomenti che fungono da pilastri portanti di questo tuo libro.

1) il primo pilastro del libro è la natura e gli animali; 2) Ricerca, Nafis compie una grande ricerca introspettiva, poi anche fuori di se… indaga il mondo 3) ascolto, contemplazione e rispetto: Nafis passa molto tempo in ascolto, meditazione, contemplazione e confronti con gli amici sui più svariati temi. 

-Indica una parte commovente.

Una parte molto commovente è il cap. 17 “Nafis scopre i sentimenti”, ove una notte, in sogno, il giovane ragazzo, ha un lungo dialogo con due cari amici di vecchia data, uno dei quali, Lorenzo, è scomparso un anno prima per una grave disgrazia lasciandolo nello sconforto. Lo sente vivo… i tre parlano molto tempo di sentimenti e Nafis riesce a capire (grazie all’amico “Silenzio”) e a spiegare agli altri cosa siano i sentimenti, dove questi sono posizionati nel corpo, come si muovono, la forza che hanno… anche oltre la vita.












-Quale capitolo ci farà riflettere di più?

Tutti i capitoli sono forti (per la mia umile opinione) e fanno riflettere, ma forse i due più forti a pari-merito sono il 15 “Sognando l’essere animale” e il 16 “Nafis si chiede cosa ci sia dopo la vita”; degno di segnalazione è il 18: “Nafis guarda le stelle e scopre l’amore”.

-Da dove nasce l’idea del titolo?

L’idea è nata una notte di circa 4 anni fa; ero in dormiveglia, stavo per addormentarmi, ma riuscii a vedere un sogno: un corridoio colorato che un ragazzino percorreva stupefatto anche a testa in giù, vi erano delle finestre colorate a rombo, dalle quali lo stesso si affacciava e vedeva solo ciò che desiderava e che voleva realizzare il giorno dopo e nella vita. Quindi riuscii a svegliarmi, tanto ero incredulo, e scrissi di getto i primi due capitoli, inventando il nome Nafis, che mi venne nella mente come un lampo. Poi ho scoperto che il nome è reale, islamico, trattasi di un famosissimo filosofo-medico siriano del 1200, conosciuto come "il padre della fisiologia circolatoria".












-Ed invece, l’idea di base?

L’idea base, è quella di sondare i lati più nascosti dell’essere, della vita e della natura, per viverne al meglio l’essenza, e per trasmettere il messaggio che questa va tutelata perché è la nostra casa. Quello per cui siamo stati creati… perché siamo il frutto di essa, e pur con tutta la nostra volontà non la potremo distruggere. Piuttosto, distruggendo la natura con i nostri comportamenti egocentrici e bramosi di possedere cose, distruggeremo l’umanità, ma tra un milione di anni la natura e il pianeta si sarà rigenerata e dimenticata di noi.

 

-Delinea brevemente il personaggio di Nafis. Perché hai scelto queste caratteristiche per lui?

Perché gli occhi dei più giovani sono veri, puliti e liberi dai condizionamenti che la società impone con le sue falsità legate solo a obiettivi economici. Solo Nafis può pensare e dire quello che ha detto e entrare nelle nel mondo dei più giovani destando loro interesse; coloro che hanno in mano le redini del futuro (per questo motivo il libro ha anche finalità formativa e divulgativa, oltre che essere un viaggio di scoperte). Gli adulti, con molta difficoltà riusciranno a comprendere i messaggi di Nafis e a farli propri.

 

-Quanto è importante l’argomento della ribellione?

La ribellione è un argomento importantissimo, Nafis ne fa molto uso nel suo percorso; se trova una cosa ingiusta combatte come un guerriero (ma pacifista, con la forza delle parole… che sono le sue lance); ma questo elemento per Nafis è utile e proficuo solo se unito alla riflessione e all’obiettività, alla meditazione nei boschi e all’ascolto, al confronto con l’idea degli amici, e a mettersi sempre e comunque in discussione.

-Il tuo libro è un manifesto di tematiche che secondo te, hanno molta attenzione, o devono essere più attenzionate da tutti?

Assolutamente opto per la II opzione: le tematiche affrontate da Nafis hanno poca attenzione nel tipo di società consumistica che viviamo; se fossero affrontate da più persone, sicuramente la società avrebbe degli strumenti in più per una crescita migliore, consapevole, culturale, senza necessità di rincorrere troppo il denaro o la competizione, ma viceversa, formarsi a piccoli passi, e vivere il benessere, che in fondo pur avendo un valore immenso, sarebbe a portata di mano di tutti, ma paradossalmente le persone non lo sanno.

-Quanto ha influito il lockdown sulla stesura di Nafis?

Tantissimo; dopo i primi due capitoli scritti 4 anni fa, una casa editrice di Roma “Europa Edizioni” ha pubblicato il mio I libro “L’odore delle Rose”. Poi mi sono arenato, a causa del mio lavoro impegnativo, e della promozione di quel libro; sono stato ospite al salone del libro “Più liberi più libri” alla Nuvola di Fuksas a Roma. Infine il lockdown come un vulcano compresso ha esploso tutte le mie energie, ha tirato fuori tutto quello che avevo progettato e che sentivo; ho scritto per 2 mesi di fila 10 ore al giorno, ascoltando il silenzio, la natura e le forti sensazioni che arrivavano da questo stato di cose incredibile: il mondo e il suo silenzio, la sua natura, i boschi, che, quando ero esausto, alla sera visitavo a corsa, con le scarpette da runner (di quelli additati da tutti come i contravventori), attraverso l’solata e meravigliosa via francigena che passa vicino al mio paese (San Miniato). Poi c’è stato un lungo lavoro di messa a punto e integrazione fino ad agosto 2020, e la mia editor Anna Vannucchi (naturalista) ha lavorato con me fino a dicembre per la limatura e la scorrevolezza del libro. La brava illustratrice Sara Panicchi ha realizzato 23 illustrazioni, e mano a mano che i capitoli le venivano consegnati editati… ne tirava fuori l’anima.

 











-Estratto del libro con foto.


















-Che consiglio dai a chi vuole leggerlo? C’è una chiave di lettura?

L a chiave di lettura è quella di leggerlo in estremo silenzio, concedendosi del tempo senza limiti di orario per ogni capitolo, uno alla volta, magari rileggere dei passi (ognuno ha significati intrinseci, pur sembrando scorrevole) e poi cercare di immedesimarsi nei pensieri di Nafis, respirando come lui dice di fare… secondo i suoi insegnamenti, riflettendo sulle sue argomentazioni e su quello che esce tra le righe e che suscita, secondo le esperienze personali di ognuno di noi. Il carattere scelto per il libro è ad alta leggibilità, ideato da ricercatori italiani per chi ha problemi di dislessia. Per questo, ben leggibile da tutti.

 

-Salutaci, ma prima spiegaci brevemente cos’è la “Italian Horse Protection”.










Illustrazione cap. 4

L’associazione “IHP Italian Horse Protection” si occupa di recupero cavalli maltrattati, opera da 10 anni in Toscana sulle colline tra San Miniato e Casole in Chianti; è la I in Europa per l’impegno incredibile di recupero cavalli, grazie anche ai tanti giovani volontari provenienti da ogni dove. Nafis trae ispirazione da tale attività e ne fa cenno nel cap. 4, quando incontra cavalli che correndo di nuovo liberi, riscoprono la libertà che era stata loro rubata. 
Parte del ricavato dalle vendite del libro andrà all’Associazione Italian Horse Protection per aiutarla a continuare la sua attività a tutela di questi sacri animali. 
Questo è il sito internet di IHP: www.italianhorseprotection.it 
Salutandovi e ringraziandovi per l’attenzione prestata a Nafis e ai suoi Corridoi colorati, vi segnalo che altri contenuti li potrete trovare sul sito internet: www.nafisbook.com




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