Intervista a Andrea Guidi
Titolo : Bambini con la barba
Editore : Calibano
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 234 pagine
Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 278,078
in Libri
n. 16,066 in Letteratura e narrativa per adolescenti e
ragazzi
n. 29,305 in Narrativa contemporanea
n. 31,534 in Narrativa letteraria
Buongiorno lettori, che studi state facendo? Università o
liceo? Io rimpiango sempre gli anni del liceo, anni spensierati e felici, privi
dell’autogestione relativa al mondo universitario. Il protagonista del libro di
oggi, ripercorrerà proprio i suoi anni delle scuole superiori.
-Buongiorno Andrea, chi sei tu nella vita di tutti i
giorni?
Ciao! Ho ventisei anni e sono un cuoco. Troppo sintetico?
Nella mia breve carriera in cucina ho avuto la possibilità di lavorare in
alcuni dei migliori locali d’Italia e di avere girato il mondo per più di
cinque anni. Terminata la scuola infatti ho iniziato a lavorare in Italia e
poi, grazie ad una insegnante delle superiori, ho ricevuto una chiamata dagli
Stati Uniti. Senza pensarci due volte ho accettato la proposta e da quel
momento ho vissuto cinque anni intensi, vivendo esperienze uniche in America,
Francia, Marocco, ancora Stati Uniti e infine Qatar. Ormai sono tre anni che mi
sono stabilizzato in Italia, ma mai dire mai. Nonostante io qui lavori in un
locale molto bello e sia fidanzato, a volte la voglia di tornare all’estero si
fa sentire. Quando non lavoro, leggo. Tanto, troppo forse. Mi piacciono i
classici della letteratura in generale, soprattutto i romanzi francesi
dell’Ottocento. Sì, sono depressi e si può pensare che lo sia anche io, ma sono
invece una persona fin troppo solare. Se non lavoro e non leggo, allora visito
cantine in tutta Italia e borghi sperduti. Mi piace seguire anche ogni tipo di
sport. Tranne il ciclismo, quello proprio non mi piace.
-Un tuo difetto ed un tuo pregio.
Credo di essere una persona simpatica e da cene in
compagnia. Può essere un pregio? Difetti invece posso fare la lista, ma
sceglierò il più divertente: a costo di ripetere aforismi di gente sconosciuta
divento irritante.
-Quali sono i tuoi studi?
Ho frequentato i primi tre anni di scuola alberghiera a
Voghera, in provincia di Pavia, mentre gli ultimi due li ho passati a
Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma. Posso dire che Parma mi ha adottato
dai sedici anni.
-Da quanto scrivi?
Scrivo da quando ho dodici anni, anche se negli anni ho
cambiato genere, per fortuna. Prima scrivevo romanzi fantasy. Anzi, credo che
il mio primo romanzo sia ancora in vendita su Amazon, “il risveglio del
portale”. Solo da qualche anno sono passato ad una narrativa più generica,
provando ad inserire qualche traccia di comicità.
-Perché scrivi e cosa ti è indispensabile per farlo?
Ho iniziato a scrivere per capriccio. Volevo creare anche io
un fantasy completo come il Signore degli Anelli o le Cronache del Ghiaccio e
del Fuoco di Martin. Presuntuoso? Aggiungilo pure alla lista dei difetti.
Essenzialmente scrivo per sfogare la mia fantasia e per rilassarmi. Mi piace
proprio il concetto di scrivere al computer mentre mi bevo un tè freddo. È come
meditare.
-L’elemento della comicità quanto è importante nel tuo
romanzo? E l’amore?
Il mio stile di scrittura rispecchia molto il mio carattere.
È leggero, simpatico, divertente e a volte paranoico. La comicità per me è importante, ma non
fondamentale. Riuscire a far divertire il lettore per me è molto importante, ma
lo è ancor di più non far pesare la lettura. I miei romanzi devono essere
scorrevoli e credo che qualche aneddoto divertente buttato dentro di tanto in
tanto possa aiutare allo scopo. L’amore è tutt’altra cosa. Per quanto possa
essere presente l’amore in “Bambini con la barba”, non sono un romanticone e
non mi piace parlare di sentimentalismo. Semplicemente ho voluto far rivivere
al lettore l’esperienza dell’ultimo anno di superiori di una persona qualunque
a trecentosessanta gradi. Amori scottanti compresi.
-Come descriveresti il protagonista?
Andrea (non sono io,
precisiamo) lo definirei il classico liceale che tutti siamo stati una volta
nella vita. Durante il suo racconto ci si rende conto che a quell’età si è
davvero dei bambini con la barba: infantili, presuntuosi e con la pretesa di
voler essere considerati adulti. Alla fine si rivela un ragazzo molto normale
che ha vissuto appieno la maturità, approfittando di ogni istante. Non ero
molto diverso da lui in quinta superiore!
-Come mai hai scelto come occasione il matrimonio?
L’ho scelto perché credo che il matrimonio sia un po’ la
linea di confine tra adolescenza e età adulta. Fino a quando non ci impegniamo
seriamente non siamo molto “maturi”. Ecco, credo che col matrimonio finisca un
po’ la magia del “siamo ragazzi”. Ho voluto proprio mettere un freno ai
personaggi del romanzo. Per tutta la storia sono degli adolescenti che si
comportano come tali. Al matrimonio invece vediamo la maturità acquisita nel
periodo successivo alla scuola. Credo sia un bel momento per capire chi è
cresciuto davvero e chi si è fermato al periodo delle superiori.
-Come ti è venuto in mente il titolo?
Mi piace molto giocare con le parole e trovare ossimori. Ho
pensato a “bambini con la barba” perché a diciotto anni sembriamo ancora dei
bambini sotto certi aspetti, ma copriamo tutto facendoci crescere la barca come
gli adulti. Ora, io posso fare poco il fenomeno, visto che non mi cresce
tutt’ora la barba e di anni ne ho quasi ventisette!
-A chi consigli il tuo libro?
Lo consiglio un po’ a tutti. Ai miei coetanei per rivivere
il periodo storico, alle nuove generazioni per farsi due risate riguardo le
avventure di un diciottenne qualsiasi, alle generazioni passate per ricordare,
con un po’ di nostalgia, i tempi delle superiori.
-Secondo te, riesce a trasmettere anche una nota
nostalgica a chi legge?
Oddio, spero proprio di sì! Vorrei che chi leggesse il libro
pensasse “mi ricordo io alle superiori quando...”
-Estratto del libro con foto
Andrea, rinomato personaggio televisivo negli Stati Uniti, è appena rientrato a Chicago quando riceve l’invito a partecipare a un matrimonio. Niente di strano, se non fosse che l’invito arriva dall'ultima persona che si sarebbe aspettato: la sua ex fidanzata ai tempi delle superiori. Andrea ripercorre il suo ultimo anno scolastico tra aneddoti divertenti e fatali errori, in una storia di amore ed amicizia come unicamente gli adolescenti sanno vivere. E solo partecipando al matrimonio scoprirà il motivo dell’invito e una verità che si era negato.
-Un saluto ed un consiglio a chi vuole pubblicare
qualcosa!
Non sono un gran dispensatore di consigli, ma mi sento di
dire che se qualcuno ha una bella storia da raccontare, ci sarà sempre quale
lettore ben disposto a leggerla, perciò scrivetela! Ti ringrazio per questa
piacevolissima intervista! Ciao!
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