Intervista a Francesca Capone

 Titolo : “Scommetto che mi ami”

Editore : Independently published (20 agosto 2020)

Lingua : Italiano

Copertina flessibile : 374 pagine

Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 139,989 in Libri

n. 18,578 in Romanzi rosa

n. 66,078 in Letteratura e narrativa

Francesca V. Capone

Ciao Francesca, sono davvero contenta di poter scambiare qualche chiacchiera digitale con te, su di te e la tua opera. Chi è Francesca nel mondo di tutti i giorni?

Andando subito al sodo direi di potermi descrivere come scrittrice, mamma, compagna e anche professionista di me stessa. Non ho passatempi particolari se non la lettura e guardare film o serie TV con il mio compagno. Sono una persona a cui piace aiutare ma non essere aiutata e soprattutto sono molto lunatica. Probabilmente agli altri appaio normale ma un giorno mi sveglio in un modo e quello seguente potrei avere un umore totalmente diverso.

 

Cos’è per te la scrittura?

Anche se la pigrizia fisica è il mio credo nella vita, sono stata condannata a una mente iperattiva. Fin da piccola immaginavo “cose”: situazioni, personaggi, avvenimenti… Il mio cervello era affollato dalla mia stessa immaginazione. Così ho iniziato a scrivere, a riversare i miei pensieri in parole e ho scoperto che mi faceva sentire bene. Questo è la scrittura: una cura alla mia mente troppo attiva. È la medicina che utilizzo per liberarmi e allo stesso tempo mi aiuta a perdere una parte di me per completarmi.

 

Da quanto scrivi?

La mia prima fanfiction non originale l’ho pubblicata su EFP nel 2007, a diciassette anni. Ho cominciato per gioco e, in un certo senso, per odio. Ero appassionata di anime giapponesi e alcuni finali non mi erano piaciuti perciò ho iniziato a scrivere per modificarli come dicevo io. Da lì in poi sono passata alle storie originali e a parte una pausa di qualche anno dovuta alla nascita di mio figlio e a un enorme blocco dello scrittore, non ho più smesso. Dal 2015 sono tornata a scrivere senza più fermarmi.

Chi è Dante Cherubini? Hai conosciuto qualcuno come lui durante la tua vita?

Dante è il protagonista di “Scommetto che mi ami” il mio ultimo romanzo romance-chicklit (con sfumature lad-lit) che ho pubblicato. Il suo personaggio è molto particolare. Un archeologo trentenne, sexy, simpatico e intelligente. Tutte le donne cascano ai suoi piedi come pere cotte e lui, puntualmente, si innamora della tizia di turno e, sempre puntualmente, viene lasciato perché diventa troppo appiccicoso.

Tolto il dettaglio del fatto che diventa tutto ciò che la fidanzata del momento richiede, io conosco Dante Cherubini di persona: perché il suo personaggio è quasi interamente ispirato al mio compagno. In Dante ho riversato le peculiarità di Jacopo: le battute taglienti, la sua passione per il sesso, la voglia di amare e soprattutto di essere amato, e anche la sua fragilità. Scrivere di Dante è stata davvero una passeggiata perché io già amo un uomo come lui.

E Giulio? Come mai lo hai inserito nella narrazione?

Ciò che amo (e che anche le lettrici amano) nei miei romanzi sono i personaggi secondari. Giulio fa parte di questi. Anche lui è un archeologo ed è l’assistente di Dante, quindi un ragazzo di qualche anno più giovane. È imbranato, ha paura delle donne e dell’amore ma in un certo senso è molto più risoluto di Dante nelle sue scelte. I miei personaggi secondari servono per dare svolte, per far riflettere i protagonisti e per convincerli ad accettare sfide che senza una spintarella non porterebbero mai a compimento. Giulio è stato inserito per questo: serviva un personaggio accanto a Dante che lo aiutasse durante il percorso anche se nella maggior parte dei casi Giulio fa solo incazzare Dante a morte.

Dante è un personaggio statico o dinamico?

È ovviamente un personaggio molto dinamico. Nonostante abbia trentadue anni, non ha mai capito davvero cosa significhi amare, quindi la storia che gli ho cucito addosso serve a lui per comprendere dove e quanto ha sbagliato in passato. Per questo nel giro di soli trenta giorni il suo carattere evolve fino a raggiungere nuove consapevolezze grazie ad Alex, l’infermiera che lo salverà letteralmente e metaforicamente.

Secondo te, quando entriamo in contatto con l’amore, cosa ci succede?

Diventiamo scemi. Non sto scherzando, diventiamo proprio scemi. Quella persona si trasforma nel centro dell’universo, ogni pensiero va a lei e al tumulto di emozioni che ci fa provare. È un processo che una volta iniziato è quasi impossibile da fermare se quello che abbiamo davanti è vero amore.

Cos’è l’amore vero per te?

Come ogni sentimento anche l’amore è difficile da descrivere, più che altro perché è una faccenda molto soggettiva. Non esiste una definizione, secondo me, che vada bene per tutti, perciò proverò a dare la mia.

Quasi dieci anni fa ho realizzato di avere davanti il mio vero amore quando ho capito un semplice dettaglio: non riuscivo ad immaginare in alcun modo la mia vita senza di lui, e io sono brava a immaginare. La sola idea che lui non ci fosse più, che non mi baciasse o mi toccasse, o anche solo guardasse, mi feriva. Avvertivo proprio un dolore all’altezza dello stomaco al solo pensiero. In quel momento ho davvero compreso di essermi innamorata per la prima volta in ventuno anni (l’età che avevo all’epoca). Qualunque cosa accada so benissimo che non amerò mai nessuno quanto amo lui perché anche se ci scanniamo, litighiamo e stiamo giorni senza parlarci… Be’, so che la sera a letto dormiremo comunque abbracciati perché altrimenti non riusciremmo a dormire.

Questo è l’amore.

Estratto del libro con foto.

Sospiro e mi rassegno.

«Lo so, non sei la prima a dire che tutto questo non è da me. Eppure lo sto facendo, senza un motivo, ma sono qui ad umiliarmi per una donna.»

«Non penso sia un’umiliazione.» interviene Anita accarezzandomi la guancia. «Tieni a quella ragazza e stai combattendo, i mezzi con cui lo fai non contano. Questo è l’amore.»

Amore. Una parola che al momento mi sconvolge e mi fa accartocciare lo stomaco.

Fino a pochi giorni fa credevo di essere un esperto in materia di sentimenti, di aver provato l’amore sulla mia pelle così tante volte da poter girare un documentario. Ho avuto molte donne, troppe forse, e le ho idolatrate tutte, dalla prima all’ultima.

Con Alex non ci riesco.

Non sto facendo tutto questo per farla innamorare. Sono qui, a recitare e a fingere, perché voglio stare con lei, letteralmente. Voglio trascorrere il mio tempo con lei.

Svegliarmi con lei e godermi una deliziosa colazione in sua compagnia.

Incontrarci a pranzo per la soddisfazione di poterla invitare a cena.

Guardare un film dividendo un’enorme porzione di popcorn. Andare allo stadio a tifare per la Lazio, Dio quanto mi piacerebbe portarla con me all’Olimpico!

È la prima volta che vorrei una donna nella mia vita per fare con lei ciò che amo.

Quando mi rendo conto di questi pensieri mi sento come sotto l’effetto di un pericoloso incantesimo.

È questo l’amore?




 











Lasciaci un saluto amoroso!

Ammetto che nonostante io scriva romance non so essere sdolcinata. Amo tutti voi, tutti i miei lettori e le persone che credono nel mio lavoro e quindi vi saluto con la speranza che le mie storie siano più dolci di me.

Un bacio enorme!

 

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