Intervista a Letizia Arosio
Editore : EBS Print
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 108 pagine
Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 297,598 in Libri
n. 6,474 in Poesia
Titolo : 3NO L'odissea del pendolare
Buongiorno lettori. Quanti di voi hanno frequentato
l’università da pendolari? O il liceo? E perché no, le scuole medie? Se siete
fra questi, come me, ma anche se non lo siete, questo libro fa al caso vostro!
Un libro divertente e da compagnia. Letizia, potresti presentarti?
Sono Letizia Arosio, ho 27
anni e dal 2013 sono pendolare dall’hinterland milanese verso il capoluogo,
prima da studentessa e poi da lavoratrice.
-Quali sono i tuoi studi?
Dopo il Liceo Scientifico ho
studiato Ingegneria Matematica presso il Politecnico di Milano.
-Sinceramente, adoro il tema che hai scelto. Perché proprio
questo? Ricordi qualche esperienza di disagio in particolare?
A dire la verità il tema si è
scelto da sè… il libro è nato un po’ per caso.
Un giorno stavo (come sempre) aspettando il treno in stazione, e mi sono venute
in mente alcune rime. Da lì ne è uscita una filastrocca, e da quel giorno ogni
tanto, specie quando il treno provocava dei disagi, mi trovavo a mettere in
rima quello che stava succedendo. Ho condiviso alcune di queste filastrocche
con amici e parenti, sono piaciute e una volta che erano diventate una raccolta
abbastanza ampia (sono state composte in 4 anni circa!), con la mia famiglia
abbiamo pensato di farne un libro! Quindi è stato un processo lento e in
continua evoluzione, all’inizio non pensavo che le avrei pubblicate!
Per quanto riguarda le esperienze di disagio, credo di aver passato un po’
quello che hanno passato tutti i pendolari… sicuramente però il mio primo anno
di università è stato traumatico: l’azienda dei trasporti locale aveva fatto
dei cambiamenti agli orari di tutti i treni e sia l’andata che il ritorno erano
un incubo, non sapevi a che ora arrivava il treno e, quando finalmente
arrivava, riuscire a salire era un vero miracolo…!
-Descrivi il giorno da pendolare più brutto fra tutti.
Direi che uno solo non c’è
stato, ma sicuramente i giorni peggiori sono stati quelli in cui sulla
direttrice si creavano guasti, per cui per fare una tratta di 20 minuti è
capitato di impiegarci più di due ore!
-Tre parole per descrivere la vita da pendolare
positivamente
Alba, amici, papaveri (una filastrocca è dedicata a questo
fiore)
-Tre parole per descriverla negativamente.
Ritardi, stress, sporcizia
-Cosa ti ha dato, a livello di emozioni, scrivere questo
libro?
Come accennavo prima, questo
libro è nato per caso, ma, a dire la verità, quando ero alle elementari dicevo
che da grande avrei voluto fare la scrittrice. Perciò pubblicare il libro è
stato come avverare un sogno di quando ero bambina! Da un lato ero titubante e
un po’ timorosa, dall’altro estremamente entusiasta!
-Alla vista del titolo, ho sorriso. Credo che lo faranno
tutti. Era questo il tuo intento?
Assolutamente sì! Devo dire
che non tutti hanno subito capito il significato del titolo (3NO, ossia treno,
ma anche una triplice negazione), ma l’intento è proprio quello di strappare un
sorriso, e lo stesso obiettivo hanno le filastrocche all’interno. Diciamo che
scrivere in rima delle “disavventure” dei pendolari era innanzitutto un modo per distrarmi io stessa dai disagi che stavo
vivendo, e poi strappare un sorriso agli amici con cui avevo condiviso
il viaggio e provare a vedere la situazione da un punto di vista diverso, più
ironico
-Il tuo libro è si, un libro per sorridere, però evidenzia
anche alcuni problemi sui trasporti ed altre tematiche. Che ne pensi di questi?
Il mezzo peggiore di cui hai usufruito.
Purtroppo credo che non ci sia
la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi che i pendolari conoscono
bene... sicuramente credo che se il servizio pubblico fosse davvero efficiente
le città sarebbero più vivibili e ci sarebbe molto meno traffico e
inquinamento, e la gente meno stressata e più felice!
Ho usufruito sempre della stessa linea ferroviaria e della metro di Milano,
sicuramente tra i due il treno accumula più ritardi ed è meno efficiente, ma
anche sulla metro è capitato che restassi bloccata per delle mezz’ore...
-Estratto del libro con foto.
L’estratto è una filastrocca
che credo possa rispecchiare un po’ i desideri di tutti i pendolari.
Vorrei
Nel mondo che vorrei
un treno veloce avrei;
tutto mio sarebbe
e nessun ritardo avrebbe.
Giungerebbe al mattino
col tepore di un camino,
mi farebbe accomodare
lieto d'esser pendolare.
-Salutaci, attenzionando i pendolari.
Innanzitutto volevo
ringraziarti per avermi dato l’opportunità di essere intervistata da te! E un
saluto a tutti, soprattutto a quelle persone che per lavoro o per studio
prendono il treno tutti i giorni… tutti noi andiamo incontro a dei viaggi e
delle giornate stressanti… cerchiamo di non arrabbiarci troppo e… prendere i
disagi con filosofia!
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