Intervista a Simonetta Gallucci
Titolo : Margherita e punto
Editore : Maratta Edizioni
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 55 pagine
Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 50,074 in Libri
n. 54 in Narrativa femminile per ragazzi
n. 675 in Narrativa sulla crescita per bambini
n. 4,609 in Narrativa contemporanea
-Buongiorno amici lettori, buongiorno Simonetta, vorresti presentarti per noi?
Buongiorno! Mi chiamo Simonetta e ho 36 anni (quasi 37). Sono di origini pugliesi ma vivo a Milano, dove mi sono trasferita per motivi di studio, da diciotto anni. Mi sono laureata in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione presso l’Università “L. Bocconi” e attualmente lavoro in una società informatica. Dunque nulla che abbia a che vedere con la scrittura che, però, è sempre stata la mia passione, fin dall’infanzia.
-Sapresti raccontarci cosa hai scritto per la prima volta?
Ho cominciato fin da bambina. Mio padre, anche lui scrittore per passione di poesie e commedie in vernacolo, mi ha insegnato a comporre delle filastrocche. Da lì, negli anni dell’adolescenza, ho cominciato a scrivere aforismi, per passare poi ai racconti e a “Margherita e punto. Il dilemma di essere amata”, un racconto lungo che segue gli stilemi della favola, anche se si rivolge a un pubblico adulto.
-E come ti sei sentita?
In una sola parola: bene. Quando scrivo mi sento felice, e libera di esprimermi nella maniera che credo mi sia più congeniale.
-Da cosa nasce questo tuo racconto?
“Margherita e punto” nasce dall’osservazione del mondo, dall’ascolto delle esperienze di altre persone e dalla mia esperienza personale. È anche, e non lo nascondo, il frutto di un percorso di psicoterapia, che mi ha portato a una maggior consapevolezza di me stessa. Difatti il fulcro di questa favola sta tutto qui: nell’accettazione di sé come cardine per poter poi essere accettati (e amati) dagli altri.
-Che funzione ha, secondo te, la lettura?
Mi piacerebbe citare un verso di una grande poetessa, Chandra Livia Candiani: “Leggo per abitare / Scrivo per traslocare”. Ecco, per me la lettura è la possibilità di immergermi in storie diverse dalla mia quotidianità, abitare appunto, altri mondi.
-E la scrittura?
La scrittura invece ha per me un potere terapeutico. È una cura. Gran parte di ciò che scrivo ha una forte componente autobiografica, e metterlo su carta mi aiuta a porre la giusta distanza tra me e ciò che mi accade, in modo da poterlo gestire meglio. Quando le parole fluiscono dalla mente alla pagina bianca la storia che scrivo, anche se mi appartiene, già non è più mia, ma diventa la storia di un personaggio.
-Margherita, la protagonista, non sarebbe Margherita senza…
Margherita non sarebbe Margherita senza le sue insicurezze ma, allo stesso tempo, senza quella forza interiore e senza la capacità di continuare a sognare. È un po’ quello che dovremmo fare tutti noi: cercare di accudire la nostra parte bambina anziché soffocarla, e non smettere mai di sognare.
-Lasciaci un saluto
Vi ringrazio per questo spazio e mi auguro che la lettura di “Margherita e punto” sia per voi una carezza. Spero che questo libro arrivi alle persone giuste, quelle che dalla storia di Margherita possono trarne conforto e speranza. A presto, con la prossima storia!
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