Intervista ad Andrea Frattali

Titolo: Sulla riva dell’inferno

Editore: ‎ Rossini (Rende)

Lingua: ‎ Italiano

Copertina flessibile: ‎ 268 pagine

Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 275,966 in Libri

n. 5,508 in Horror


Buongiorno Andrea, buongiorno a tutti quelli che ci leggono. Potresti presentarti per noi?

Buongiorno Edmea. Mi chiamo Andrea, ho 34 anni, scrivo un po’ di tutto perché parlare mi affatica. Sono artistico, anarchico e allergico. Ascolto l’hard rock, suono il blues e recito la vita. Fumo la pipa e bevo quello che mi capita a tiro. Mi piace viaggiare, curiosare oltre le apparenze e creare scandalo o imbarazzo.


Raccontaci la tua prima esperienza di scrittura.

Ho iniziato a scrivere racconti a 16 anni, dopo il colpo di fulmine avuto con i racconti di Edgar Allan Poe. Trasformavo in storie le immagini evocate dalle mie paranoie. I miei primi racconti, pubblicati diversi anni dopo a seguito di un intenso lavoro di revisione, sono stati un atto di sublimazione dove i miei pensieri, trasformati in parole, sembravano più umani. Più comprensibili.


Hai mai avuto il blocco dello scrittore?

Ho avuti diversi blocchi. Durante la stesura di “Sulla riva dell’Inferno” ho affrontato diverse difficoltà personali, che mi hanno portato in terapia. Attraverso la psicanalisi ho imparato a usare degli strumenti mentali che tuttora utilizzo per uscire fuori da qualunque tipo di blocco fisico o emotivo che la vita mi costringe ad affrontare.


E del lettore?

L’occhio clinico, sviluppato con l’esperienza nella scrittura, ha alzato molto le mie aspettative da lettore. Non cerco solamente storie belle, ma storie che siano belle e scritte bene. A volte sono troppo puntiglioso e non c’è nulla che mi soddisfi. Quando non so più cosa leggere, mi getto tra le braccia dei miei “autori cuscinetto”, di cui mi fido ciecamente: King, Calvino, Palahniuk, De Luca.


Descrivi il tuo libro in 3 parole.

Crudele, riflessivo, intenso.


Perché hai scelto questo titolo? E soprattutto: come mai questa copertina?

Il titolo ha un significato materiale e spirituale. Indica quel luogo fisico e mentale che fa da cardine alla storia. Lo scoprirete leggendo.

La copertina è un tributo a Giuliano Consalvi, un amico di famiglia scomparso nel Marzo del 2018. Grazie appassionato di fumetti, realizzò alcune tavole per una storia dalle tinte inquietante e oniriche. Ho voluto omaggiarlo prendendo un dettaglio da una delle tavole che mi hanno più affascinato. L’intento è quello di richiamare, attraverso il tono musicale della grafica, la filastrocca maledetta di Torre Sancioieto. 


Chi fra i personaggi fa un cambiamento? 

Di sicuro i tre protagonisti subiranno le maggiori trasformazioni. Nel loro viaggio vedranno salire a galla i loro misteri irrisolti. Le cose che fino a quel momento hanno cercato di negare a sé stessi torneranno con violenza. Il cambiamento sarà inevitabile e lì porterà nel cuore della loro tempesta.

Il lettore, quando inizia ad immergersi dentro il tuo libro, deve estraniarsi dal resto o può rimanere nella realtà “cosciente”?

La storia parte dalla realtà ordinaria. Parlo di uno studente, un impiegato e una guida turistica. Nel momento in cui subentrerà l’orrore, spero che il lettore ne venga trascinato. Insomma, se una persona che legge il mio libro si ritrova la cena bruciata in forno, significa che sono riuscito a catturarlo.


Lasciaci un saluto. 

Abbiate il coraggio di conoscere la vostra vera natura. Non ingannatevi. Non traditevi. Siete la persona con cui dovrete convivere per il resto dei vostri giorni.

Grazie Edmea, per avermi dedicato il tuo tempo e il tuo spazio. Le cose più preziose che abbiamo.

Un abbraccio forte.



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