Intervista ad Irene Mascia

Titolo : Il silenzio – Storia d’amore tra me e me stessa

Editore ‏ : ‎ Aletti Editore 

Lingua ‏ : ‎ Italiano

Lunghezza stampa ‏ : ‎ 53 pagine

Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 255,617 in Kindle Store 

n. 1,629 in Poesia

n. 10,759 in Poesia


Buongiorno Irene! Presentati per noi

Buongiorno! Mi chiamo Irene Mascia ed ho 18 anni, tra meno di un mese 19. 

Sono da poco diplomata al liceo classico, scrivo poesie da quando sono bambina e la mia più grande passione è la letteratura, soprattutto greca e latina; mi sono iscritta alla facoltà di lettere classiche alla Federico II di Napoli.


Il tuo sogno più grande?

Se anche definissimo il mio sogno più grande utopia, sarebbe la peggiore tra le immaginabili;  non scrivere, non pubblicare o aprire una casa editrice o qualsiasi cosa io dica di voler fare quando me lo chiedono... La verità è che voglio lasciare la mia impronta su questa terra. Voglio che le mie parole, la mia poesia, smontino gli ingranaggi del mondo. Voglio essere la luce di qualcuno, cambiare una vita, portare la bellezza sulla terra.

Al secondo posto tra le mie utopie irrealizzabili c’è poi quella di capire il senso della felicità e viverlo fino in fondo.

Per entrambe, ci sto lavorando.


Quando hai iniziato con la poesia?

A sette anni, su un quadernino ad anelli rosa. I miei soggetti preferiti erano la pizza e i tramonti.

Ho iniziato a far leggere ciò che scrivevo intorno ai 12 anni, per poi prendere parte al mio primo reading a 14. A quell’età sono stata spinta dai fatti a lavorare ad un libro che non avrei mai voluto pubblicare... Il suo titolo era “Il Silenzio”. Non c’era nessuna storia d’amore, però. Men che meno che con me stessa. 


La tua poesia preferita?

Non l’ho ancora scritta.


Descrivi brevemente il tuo libro.

Come dicevo, questo libro non è mai nato per essere pubblicato; è stato lui a scrivere me, non viceversa. C’è sia una trama che un filo conduttore tra i miei versi, ma non mi piace svelarli; preferisco pensare che la mia penna appartenga soprattutto a chi legge, e che sia il mio lettore a dover trovare un senso. D’altronde, le protagoniste indiscusse di questo viaggio sono le parole... Il modo in cui si poggiano sul fondo della clessidra, la rapidità con cui tornano a scorrere se solo qualcuno decide di voltarla, ma anche tutto ciò che tacciono. Fotografie e scorci, quasi. 

Parte del ricavato della mia opera andrà in beneficenza all’associazione Telefono Amico Italia, ONLUS di sostegno psicologico che si occupa anche della linea di prevenzione suicidio in Italia. Perché è vero che la poesia ha salvato me... Ma se non riesce a salvare altre vite, vale meno di niente.


Come mai hai scelto questo titolo?

“Storia d’amore tra me e me stessa” è il viaggio. Come dicevo, l’ho aggiunto in seguito, solo in fase di pubblicazione; in quel momento mi ero resa conto che quel gruzzolo di nemmeno 60 pagine rappresentava un capitolo interrotto non da un punto, ma da un punto e virgola. Erano le poesie della depressione, dell’incertezza, della noia, di quando stavo per arrendermi ad un male troppo grande; ma erano anche la via migliore che avevo per comunicare con me stessa, il modo per imparare ad amarmi e riuscire ad amare anche gli altri. 

Prima era solo “Il Silenzio”. Un qualcosa che mi aveva presa e mangiata viva, una malattia senza pietà e che poi è diventato un valore aggiunto. Il silenzio delle parole che non riuscivo a descrivere è diventato il vero motivo portante dell’opera, lo sfumare verso la soggettività. Il modo che ho di comunicare sì con me, poi con gli altri.


Quando scrivevi?

Solo con l’ispirazione. Non l’ho mai cercata, è sempre venuta da me. Anche per strada, con amici, o a scuola; spesso ho interrotto momenti adesso devo scrivere”. Non mi piace l’idea dei poeti nelle torri d’avorio delle loro stanze... A me piace vivere e prendere la poesia dalla vita.


Che sensazione ti da la poesia?

Mi fa sentire viva. Non solo la mia, anzi, forse ancor di più quella degli altri; la capisco, la sento appartenermi e scorrermi nelle vene. La poesia è la voce che ho sempre sognato di avere.


Per te è faticoso descrivere le emozioni?

Quando è faticoso, allora non funziona. Se una poesia non riesce, stagna anche per anni lì; le migliori sono nate da impeti, impulsi, momenti improvvisi. Ne ho alcune conservate da parte perché manca una sola parola... Forse non la troverò mai.


Salutaci!

Grazie per avermi dato questa possibilità e grazie a chi è arrivato fin qui! Possa la poesia illuminarvi sempre verso la libertà!




Commenti

Post più popolari

Intervista a Edoardo Francesco Taurino

Intervista a Marco Dell'Amura

Intervista ad Emiliano Forino Procacci