Intervista a Roberta Pesce

Titolo : Quello che non ti ho mai detto

Editore ‏ : ‎ Ducale

Lingua ‏ : ‎ Italiano

Copertina flessibile ‏ : ‎ 432 pagine

Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 12,511 in Libri

n. 1,321 in Narrativa contemporanea

n. 1,620 in Narrativa letteraria

 

Buongiorno Roberta! Chi sei? Parlaci un po' di te.

Buongiorno a tutti, carissimi! Sono Roberta, ho 25 anni e al momento sto conseguendo la laurea magistrale in Scienze Storiche. Sono nata il 2 agosto 1995 sotto il segno del leone e vivo a Genova, città superba per uomini e per mura. Per descrivermi, utilizzerò tre parole, semplici, ma cariche di significato: sognatrice, umile e ambiziosa. Sono una sognatrice perché ho sempre, per l’appunto, sognato in grande, pur consapevole della realtà che mi circonda. Walt Disney diceva «se puoi sognarlo, puoi farlo». Sogno ad occhi chiusi, aperti, mentre dormo o passeggio. Umile perché sono stata educata ad essere grata per tutto ciò che di bello mi capita nella vita e, diciamocelo: l’umiltà è una delle qualità più apprezzabili in una persona. Infine, ambiziosa: tutti dicono di esserlo, ma pochi lo sono davvero. Non bisogna mai mollare, cado e mi rialzo in qualsiasi circostanza. Toccare il fondo sì, ma per risalire. Non mi lascio sconfiggere dagli ostacoli che la vita mi presenta. Per citare qualche “difetto”, aggiungo anche che alcuni dicono sia testarda e rancorosa. Però, non so ancora come interpretare questa descrizione, perché per me si tratta di un complimento bellissimo.

Quali sono le tue passioni?

La storia, in particolar modo il periodo contemporaneo. Sono cresciuta in una famiglia in cui si crede fortemente nei valori di giustizia, libertà e uguaglianza. Il mio bisnonno era un partigiano, a 8 anni mia nonna ha iniziato a raccontarmi di Resistenza, fascismo e nazismo. Una cosa tira l’altra e la sera prima di fare il test per entrare a medicina, ho deciso che la passione, il primo amore, avrebbe vinto su tutto. Un’altra grande passione è sicuramente la mia “eterna ragazza del ‘46”, la Sampdoria. Non vedo l’ora di poter tornare in gradinata insieme al mio fidanzato e agli amici di sempre e cantare per lei. Mi piace leggere e anche tanto! Forse, però, questa è una risposta abbastanza scontata: non ho mai conosciuto un autore/ un’autrice a cui non piacesse. Sono l’anti-sport, anche se ho praticato judo per una decina di anni. “Figlia d’arte” di persone che in questa bellissima disciplina hanno ottenuto risultati più che lodevoli, ma molto pigra e poco interessata per raggiungere gli stessi meriti.

Le persone più importanti per te?

Davide. La mia anima gemella, un amore immenso e incondizionato. Lui per me rappresenta la storia d’amore più bella che sia mai stata scritta perché non c’è momento in cui mi faccia mancare affetto, stima o sostegno. Da dieci anni dà un senso ai miei giorni. Poi, senza ombra di dubbio, le altre due persone più importanti per me sono mamma e papà. Mi hanno donato la vita e nonostante gli alti e bassi del nostro rapporto, sono Roberta proprio grazie a loro. Ma anche grazie alla mia famiglia: sono cresciuta con una nonna e una zia che mi hanno fatto da seconda e terza mamma e una cugina che considero sorella a tutti gli effetti.

Come hai iniziato a scrivere?

Non racconterò nulla di eclatante, perché si tratta di una motivazione molto semplice: la noia. Come ho detto in precedenza, amo leggere. Ero annoiata dalla routine della DAD che si è protratta a livelli esasperanti per noi universitari. La soluzione al mio problema mi è sembrata quella di provare a scrivere qualcosa dopo aver letto tanto, ma soprattutto qualcosa che non avessi ancora trovato nelle storie d’amore di altre autrici. Ho semplicemente pensato: «Roby, che dici, lo facciamo?».

Quanti titoli ha cambiato il tuo libro?

Nessuno, in realtà. Quello che non ti ho mai detto è sempre stato l’unico titolo del romanzo.

Quando hai iniziato a scriverlo?

Il 2 marzo 2021 e l’ho terminato il 27 dello stesso mese. Mi connettevo su Teams per seguire le lezioni, ma invece di ascoltare il docente di turno, mi perdevo nella stesura della storia. Sentivo il richiamo della scrittura, la voglia di andare avanti e continuare a domandarmi: «e poi? Che succede dopo?».

Come hai delineato la storia?

La verità è che sono molto precisa, ma allo stesso tempo confusionaria. Il tutto è partito da un sacco di idee che avevo in testa e per i primi giorni mi sono ritrovata a scriverle su qualsiasi supporto: foglietti, post-it, pc, cellulare, iPad, ecc. Mi sono appuntata le cose principali, come i nomi dei personaggi e il loro aspetto fisico. Per il resto, tutto si è sviluppato a partire da una pagina bianca di word.

La tua esperienza con la casa editrice?

Stupenda. Non smetterò mai di ripetere quanto mi trovi bene con loro. Soprattutto con la direttrice Melissa Scalici, ma devo dire che sono sempre tutti molto cordiali e disponibili. Io sono di natura una rompiscatole, ma loro non mi hanno mai dato un motivo valido per lamentarmi. Un’esperienza davvero bellissima.

Com’è stato per te avere il tuo libro fra le mani?

Un’emozione indescrivibile, non ci credevo. Continuavo a chiedere ad una mia carissima amica: «è vero? Sto sognando?», perché mi sembrava surreale. Tutta questa esperienza lo è stata: io non avevo nemmeno pensato di poter raggiungere un traguardo del genere, una soddisfazione così alta, perché ho scritto Quello che non ti ho mai detto per il semplice gusto di farlo. È successo tutto talmente in fretta che non ho avuto nemmeno il tempo per pensare ad una eventuale pubblicazione. Anche se, ovviamente, in cuor mio sapevo che scrivere su Wattpad significa attirare l’attenzione delle case editrici.

Lasciaci un saluto.

Un saluto e un augurio: vi auguro di riuscire a realizzare tutti i vostri sogni, qualsiasi essi siano. Grazie a chi mi sostiene fin dall’inizio. Vi abbraccio forte, Roby.



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